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Dall'ideazione alla sua realizzazione

Design e comunicazione sono concetti inseparabili. Ogni scelta - forma, fuzione, ergonomia - genera un linguaggio indissolubile dal brand.


Perché questo linguaggio sia coerente e davvero incisivo servono metodo nell'analisi del contesto e nella definizione degli obiettivi; esperienza per comprendere mercati e culture diverse; know‑how multidisciplinare che consente di sviluppare con coerenza branding, web e strategie di marketing integrate.


Da oltre 20 anni metto in campo tali asset per trasformare intuizioni e idee in solide corporate identity, capaci di rappresentare e veicolare l'immagine aziendale nel mondo.


Domenico Amodeo


Pronto a far brillare
il tuo brand?

Pronto a far brillare
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Published
01 July 2025

Dalla Realtà Aumentata alla Creatività Aumentata: 5 pratiche AI che elevano il tuo brand

Dal visual al copy: come integrare algoritmi e direzione creativa per generare valore (non solo velocità)


Parlo in prima persona: negli ultimi dodici mesi ho integrato modelli generativi in progetti reali – dal restyling completo di Studio17 alle campagne editoriali di un’azienda biotech, dall'elaborazione video di un timelapse di un cantiere di ricostruzione di una piazza nel Malcantone all'infografica istituzionale di un Comune ticinese – ottenendo riduzioni di tempo oltre il 60%* e un salto di coerenza narrativa. In questo articolo condivido quelle che considero pratiche chiave (promptcraft emozionale, copywriting assistito, synthetic testing, metriche di impatto estetico, governance human in the loop) che trasformano l’AI in un asset strategico per i brand premium. *(Benchmark interno 2024 – 2025)

Negli ultimi dodici mesi ho imparato una cosa semplice: più AI usi, più serve direzione creativa. L’ho capito lavorando su progetti concreti e molto diversi tra loro: il relaunch di Studio17, un piano editoriale complesso per una biotech che comunica R&D e normative, un timelapse di cantiere in Malcantone trasformato in un racconto video chiaro, un’infografica istituzionale per un Comune ticinese. L’AI è entrata in bottega e il ritmo è cambiato: abbiamo tagliato tempi oltre il 60%*, ma soprattutto abbiamo trovato una coerenza narrativa che prima richiedeva settimane di rifiniture.
________

* Dati proprietari 2024–2025; contesti diversi, campioni limitati.

 

La differenza non la fa il “click magico”, la fa la regia: decidere cosa chiedere alla macchina, dove farla correre, quando fermarla, come farle spazio senza perdere voce e intenzione. È qui che parlo di Creatività Aumentata: non l’AI al posto tuo, ma l’AI accanto a te, mentre tieni saldo il volante.

 

[1]
Promptcraft emozionale
lessico che si tocca

Per i brand premium il linguaggio non è solo parole: è materia. Quando costruisco i prompt non mi limito a “stile minimal” o “palette neutra”: porto dentro texture e luce — porcelain glow, mid‑century walnut, polarized sapphire. Sono ancore sensoriali che orientano il modello verso un immaginario preciso, quello giusto per il brand.

Funziona così: prima metto a terra un pre‑brief essenziale (valori, limiti, metafore off brand da evitare). Poi chiedo varianti in passaggi distinti: prima la metafora visiva, poi la composizione, poi le declinazioni per i formati. Infine ripulisco con i negative prompt: niente cliché, niente ambiguità che portano fuori strada. L’AI accelera, ma il senso lo diamo noi.

 

[2]
Copywriting assistito
outline umano, draft veloce, rifinitura a mano

Scrivere con l’AI non è difficile; scrivere bene lo è ancora. Il mio flusso è lineare: outline manuale (obiettivi, tono, obiezioni da ribaltare), bozza generativa (con riferimenti legit e zero dati sensibili nei prompt) e revisione umana su stile, coerenza e micro‑storytelling. Il risultato che più mi ha colpito è stato con Studio17: da sei paginette in bullet a oltre 30 pagine bilingue, con 12.000 parole ITA+ENG in 11 giorni, e soprattutto una voce identica dal primo all’ultimo paragrafo. Non è la quantità a fare impressione; è che, con l’AI al posto giusto, non si sfilaccia il racconto.

 

[3]
Synthetic testing
provare in piccolo per sbagliare meno

Prima di pubblicare, preferisco “ascoltare la stanza”. Creo personas sintetiche e chiedo al modello di valutare due o tre varianti di titolo o di hero, con criteri semplici: coerenza, chiarezza, distintività. Non sostituisce il test reale — mai — ma mi aiuta a togliere il rumore. Poi faccio un passaggio con 3–5 persone vere (colleghi, stakeholder): bastano per capire se la strada scelta tiene. È un filtro che costa poco e risparmia cicli di rifacimento.

 

[4]
Metriche di impatto estetico
il tempo che l’occhio dedica

I contenuti “visual heavy” vanno misurati con la stessa cura con cui li progetti. In GA4 tengo d’occhio il dwell time sulle sezioni ricche, guardo lo scroll non solo in profondità ma in densità (dove si soffermano davvero), e monitoro i click di qualità (gallery, dettagli, CTA morbide). Su Studio17 il tempo medio su pagina è passato in poche settimane da circa 0:48 a 2:05 (+161%): non per un effetto speciale, ma perché l’architettura, il ritmo delle immagini e il tono dei testi parlavano la stessa lingua.

Se servono tag o script di tracciamento, il passaggio tecnico è sempre in handover a IT: qui restiamo su strategia e contenuto.

 

[5]
Governance HITL
più AI, più direzione creativa

Quando il perimetro si allarga — piani editoriali complessi, contenuti regolati, interlocutori multipli — la regola è una: Human‑in‑the‑loop. Serve un supervisore che verifichi fonti, coerenza, tone of voice (soprattutto in ambiti scientifici). L’AI è un acceleratore, non un garante di verità. Coordinando specialisti interni, copywriter e modelli linguistici, riesco a:

  • tagliare il tempo di stesura di circa −60%;
  • mantenere coerenza stilistica su 50+ articoli tecnici;
  • produrre infografiche coordinate (anche con palette verificate dall’AI), da finalizzare poi a mano.

In altre parole: l’AI amplifica la capacità narrativa e visiva di chi possiede una direzione creativa solida. Vale per chi ambisce a una fascia premium, non solo per i marchi storici del lusso. Il vantaggio non è la “magia” del tasto che risolve tutto; è la libertà di concentrare tempo e budget su strategia, concept e dettagli che costruiscono percezione di qualità.

 


“Creatività Aumentata” significa mettere la tecnologia al servizio di una visione, non il contrario. È un patto semplice: l’AI corre, noi decidiamo. Se vuoi capire dove può farti guadagnare tempo senza perdere voce, partiamo dal tuo caso.

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